Dilemma 11:  Divertimenti - Risposta

 

Il rischio, in questo caso, è che il dono sia fatto con l’intenzione di influenzare le sue decisioni future e configurarsi quindi come una tangente o essere percepito dagli altri come tale. D’altro canto, però, il subappaltatore può aver fatto la sua offerta in perfetta buona fede, senza alcuna intenzione di influenzare Lei o i suoi collaboratori per gare d’appalto future. Tanto più che non c’è niente di intrinsecamente sbagliato nel socializzare in ambiente lavorativo. È un ottimo modo di stabilire fiducia e favorire i rapporti di lavoro: i divertimenti non sono quindi sempre fonte di sospetti. Tuttavia, fare o accettare un invito costituisce un problema di una certa rilevanza. Va considerato se il dono o l’ospitalità in questione siano così stravaganti da:

 

  • Essere stati pensati come una tangente.

 

  • Invitare alla corruzione, ovvero far sì che Lei e i Suoi collaboratori vi sentiate in obbligo di rendere il favore accordando preferenze in futuro.

 

  • Essere percepiti dagli altri come un’influenza sulle scelte future Sue e dei Suoi collaboratori. Ad esempio, se altri subappaltatori o l’opinione pubblica venisse a conoscenza di questo tipo di invito, che impressione potrebbero ricavarne? Gli altri subappaltatori sarebbero indotti a pensare che non tutti siano sullo stesso livello e l’opinione pubblica quasi sicuramente lo considererà come una potenziale tangente.

 

  • Creare uno spiacevole precedente nella società: altri dipendenti potrebbero non prendere troppo bene il fatto di non ricevere simili incentivi e potrebbero iniziare a cercarne o ad accettarne da altri partner commerciali. 

 

Quindi, anche se un’offerta simile non è concepita come una tangente per le ragioni sopra elencate, è preferibile rifiutarla. In generale, non va accettato né offerto alcun tipo di dono, ospitalità o svago in ambiente di lavoro che possa incitare alla corruzione o essere percepito come fattore che la influenzi. Se vuole migliorare i rapporti commerciali con incontri sociali, lo faccia in modo modesto, ad esempio, ad un pranzo in cui ogni società paga il conto per i suoi dipendenti o è una delle due a pagarlo, purché non sia un conto cospicuo. Se un fornitore fa un piccolo dono (ad esempio, una bottiglia di vino), questo può essere accettato e inserito, ad esempio, nella lotteria aziendale annuale. I doni fatti dalla società devono rappresentare il suo prodotto, ma non avere alcun valore di mercato. E ciò è vero in ogni Paese, anche in quelli che vantano una lunga tradizione di rapporti di socializzazione in ambito lavorativo. Ogni società deve adottare politiche chiare in merito, che traccino i confini dell’accettabilità del fare e del ricevere doni e ospitalità, e che richiedano la loro registrazione a livello aziendale. I soci in affari devono essere informati delle politiche adottate, quando necessario, in modo tale da ridurre il rischio di corruzione ed evitare di offendere gli interlocutori.